Il fascismo in cinque parole-chiave

von macchiato

Fascism is the pursuit of a transcendent and cleansing nation-statism through paramilitarism.

Il fascismo è la ricerca di un nazional-statalismo trascendente e „ripulitore“ attraverso il paramilitarismo. Questa è la definizione più concisa del fascismo che abbiamo incontrato, ma anche una delle più dense ed attuali, se andiamo andare a vedere come l’autore, il famoso sociologo Michael Mann dell’UCLA di Los Angeles, spiega le cinque parole-chiave che ha usato in quella frase.

1) Nazionalismo: impegno estremo, profondo, populista, organico, integrale, e per questo „molto poco tollerante“ verso la diversità etnica o culturale, con un fortissimo senso di presunte minaccie mortali da parte di „nemici“ interni ed esterni, spesso di „razza“ diversa, dai quali la Nazione deve difendersi con estrema aggressività: mors tua, vita mea.

2) Statalismo: venerazione dello Stato, che deve impersonare una volontà ed un’autorità responsabile di tutto e di tutti, in una elite di partito total(itaria)mente dedita al principio di leadership, ed all’obiettivo di trasformazione radicale della Nazione e del mondo, soprattutto nella fase di ascesa al potere.

3) Trascendenza: l’aspirazione non ad un compromesso tra capitalismo e socialismo (ad una terza via, come sostiene Roger Eatwell), ma adandare molto oltre, con l’ambizione addirittura di creare un „uomo nuovo„. Questo è la più problematica e variabile tra le cinque parola-chiave, perché di fatto mai realizzata: questo soprattutto perché anche nei fascismi, una volta al potere, aumenta la tensione tra radicali combattenti movimentisti da una parte, e dall’altra realisti machiavellici opportunisti, più inclini a rapportarsi con le elites tradizionali.

4) Pulizia: percezione (e rappresentazione) degli avversari come „nemici“ da rimuovere, per „ripulire“ la nazione „infetta“. Questa è il culto dell’azione, dell’aggressività fascista. Quasi tutti i i fascismi, chi più (nazismo tedesco) chi meno (fascismo italiano) tendono ad andare oltre la „pulizia politica interna“, allargando le loro incursioni di „pulizia“ anche all’estero ed ad altri popoli, considerati „inferiori“, fino ad arrivare alla „pulizia etnica“ estrema (su questo fenomeno, Michael Mann è forse l’esperto di più ampio respiro mondiale, con la sua recente opera monumentale: The Dark Side of Democracy: Explaining Ethnic Cleansing). Dove prevale la pulizia etnica, sia verso l’estero che all’interno, essa tende ad essere ancor più radicale della pulizia politica: questo perché l’avversario politico della stessa etnia in teoria può essere recuperabile; l’altro invece secondo i nazifascisti è il „diverso“ per sempre, per natura, per nascita, etnia o „razza“, una specie a parte, minacciosa e pericolosa, ossia da combattere, liquidare, sopprimere.

5) Paramilitarismo: È un termine-chiave per capire sia i valori che l’organizzazione fascista. Il paramilitarismo è visto come „popolare“, „spontaneo“, vissuto „dal basso“(è questa la „qualità che distingue il fascismo da tanti altri tipi di dittatura), ma allo stesso tempo con una missione da elite, da avanguardia della Nazione. Il mito del cameratismo tra „duri e puri“, legittimati alla violenza anche illegale, forgiato in battaglia, è uno dei tratti definitori del fascismo. e della sua ambizione di forgiare un uomo nuovo fascista, una nuova elite di gerarchi, che vada molto oltre un semplice partito, ma dovrà creare e dominare uno stato autoritario ed una nazione organica, un’ordine nuovo. Mann osserva: „Il fascismo italiano fu per molti anni un’organizzazione esclusivamente paramilitare. Il fascismo si manifesta sempre in uniforme, in marce, pericoloso, armato, destabilizzatore. Il fascismo dice sempre di difendersi, ma sempre „da vincitore“. Ma la violenza paramilitare dei fascisti non è fine a se stessa, e neanche solo per intimidire ma anche per impressionare favorevolmente sia il popolo che le elites, a rafforzare continuamente la propria immagine e posizione di potere che ha anche l’ambizione di vincere le elezioni. Difatti…

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(Fonte: Michael Mann, Fascists, Cambridge University Press, 2004)

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